CENNI STORICI:
Il mulino Gessera o Capocanale, dal secolo scorso più comunemente definito Canalicchio, fu fatto costruire assieme ad altri due dal marchese Ferdinando Gravina-Cruyllas nel 1581, fino ad allora a Francofonte era esistito un solo mulino. Il notevole incremento fu dovuto alle continue e sempre più cospicue buone annate che si ebbero in quel secolo, ma anche al notevole aumento di popolazione.
Il Cinquecento fu tra l’altro il secolo di maggior benessere economico per il paese. Nelle attuali strutture non è da escludere vi siano comprese notevoli parti dell’originaria costruzione., tra cui forse il piccolo portale d’ingresso.
Il nome Gessera è da attribuire al fatto che i coloni genovesi, stabilitisi a Francofonte nella seconda metà del sec. XV scavarono su tutto quel versante della collina una serie di fosse chiamate appunto “gessere” utilizzate per la conservazione del grano. Il nome Capocanale va invece riferito all’antica Saja S. Francesco, la quale poco prima di raggiungere il mulino diveniva pensile, essendo sostenuta con dei grandi archi, forse simili a quelli del mulino Cardillo, costruiti per superare il dislivello dall’attuale via Roma e per scavalcare l’attuale via T. Tasso. Dal primo salto che l’acqua faceva per azionare la macina di questo mulino deriva il nome “a Capu Canali”, in quanto gli altri due mulini, dell’Ingegna e di Gadera, erano ubicati più a valle. Il terzo nome Canalicchio, va attribuito al rivolo d’acqua che sgorgando da una fontanella (oggi scomparsa) nel piccolo spazio antistante il mulino o da un tubo fuoriuscente dallo stesso si riversava poi, formando un “piccolo canale”, verso la campagna. Il mulino, come molte altre strutture simili, ha funzionato fino agli anni ‘40, ma era ancora utilizzato per altri scopi nel decennio successivo.
CARATTERISTICHE STRUTTURALI:
Il mulino ha impianto planimetrico di m 10.00 (facciata) x 7.00. Il tetto, ad unica falda, spiovente verso il fronte è crollato intorno al 1975, gli angoli erano rinforzati da paraste prive di capitelli, misteriosamente asportate in epoca recente. Elemento di notevole interesse è il piccolo portale d’ingresso, con arco a pieno centro, composto da grossi blocchi dì pietra arenaria. Questo potrebbe anche risalire alla prima metà del sec. XVII. Alla dx. dell’ingresso si nota una grande finestra rettangolare, murata, al di sotto di questa si apre un foro circolare.
L’edificio, che fino agli anni ‘50 sorgeva isolato, fu affiancato in quegli anni da una nuova costruzione, sul lato nord, nello stesso periodo si abbatté il caratteristico acquedotto pensile.
L’acquedotto era stato realizzato sicuramente assieme al mulino, nel 1581,e forse ricostruito dopo il 1693. Questo era ubicato più o meno a metà percorso della grande Saja S. Francesco che provenendo dalla sorgente Fontanavite, ad ovest di Francofonte, attraversava le seguenti contrade: Silva, Quatri e Giardinello, andando poi a riversarsi alla dx. del torrente Canali, tutto questo dopo aver “animato” le numerose fonti e fontanelle nel centro abitato e nel giardino dei Gravina-Cruyllas in contrada Quatri, i tre mulini e alcuni lavatoi. Il mulino, unitamente ad alcune piccole case vicine oggi abbandonate, delimita uno slargo di notevole suggestione, dove si affacciano anche dei giardini ancora ben curati. Tutto questo rischia però di scomparire da un giorno all’altro sotto i colpi delle ruspe, per dar spazio a qualche nuova palazzina.
Testi curati da:
G. Iudicelli
Foto satellitari:
Google Maps
Realizzazione grafica, foto e adattamento testi:
Carnibella Salvatore, Gissara Daniela, Negrini Salvatrice, Raiti Rossana Tecla.
Servizio Civile Nazionale:
Prog. Miglioramento Francofonte 2009
O.L.P.:
Marino Giancarlo
UBICAZIONE:
Quartiere Suttasaja (zona Canalicchio), poco ad est di Piazza A. Locatelli.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
M. Gaudioso Francofonte formazione urbanistica e sacra”. Catania 1970.
Archivio Storico Comunale.
Last modified: 12 Giugno 2021